Architettura Open Source: ce ne parla un Architetto per il software libero di Irriverender · Pubblicato 3 Ottobre 2017 · Aggiornato 19 Novembre 2022 Intervista curata da IRRIVERENDER ARCH. BONNÌ Il mondo dei software open source e quello dell’architettura e della progettazione sembrano mondi lontani. Francesco Arena, Architetto, si occupa di formazione riguardante diversi software di modellazione 3D, render e grafica. Francesco è anche un attivista per il software libero. Ha fondato CgTutor, è socio di SegnoDisegno e dell’associazione “Libera Informatica”. In quest’intervista ci racconta l’importanza dei software open source nell’attività di un giovane architetto. Ciao Francesco. Cosa ti ha portato verso quella che oggi è diventata la tua professione? La curiosità verso ambiti nuovi, la voglia di sperimentare, l’amore per l’architettura e per il piacere nel disegnare. Che ne pensi dell’architettura open source? Hai mai letto “Architettura Open Source” di Carlo Ratti? In realtà non conosco questo libro quindi il mio giudizio non può essere completo. Leggendone però la presentazione nel sito dell’editore vedo che si parla di una rivoluzione in atto nel campo della progettazione. Io vivo e lavoro come architetto a Firenze. Frequento colleghi e cerco di tenermi aggiornato per quanto mi è possibile. Probabilmente devo essere particolarmente miope per non vedere alcuna rivoluzione in atto ma solo tante difficoltà che stanno ormai opprimendo questa favolosa professione. Questa premessa però non mi blocca dal fare questa riflessione che ritengo pertinente. L’architettura è un’arte antica con caratteristiche ben definite, per esempio il disegno architettonico è nato come una semplificazione della realtà necessaria per comprendere, gestire e sviluppare meglio un progetto. Oggi invece si cercano spesso strumenti inutilmente complessi che spostano l’attenzione più sullo strumento che sul progetto. Questo, a mio avviso, non è un bene perché si va a discapito della flessibilità, della velocità e della comprensione stessa del progetto. Nelle realtà medio piccole non ha senso cercare di risolvere tutto innanzitutto con la grafica o con strumenti “rivoluzionari” e “moderni”. Bisogna essere sicuramente molto rapidi e quindi certe soluzioni vanno elaborate direttamente in cantiere. Qual ‘è la tua storia “softwaristica”? da quale software sei partito e come sei arrivato a Blender e a C4D? Ho iniziato ad utilizzare i software di grafica verso metà degli anni 90 ed erano Autocad, Coreldraw e 3DstudioMax. Internet era appena arrivato, navigavo solo nella biblioteca universitaria utilizzando Netscape. Per imparare un software bastava il passaparola tra colleghi oppure bisognava acquistare manuali cartacei che erano particolarmente voluminosi. Alla Facoltà di Architettura di Firenze l’utilizzo dei software avveniva quasi esclusivamente per iniziativa personale e spesso, lo dico per esperienza diretta, veniva fortemente osteggiata dai professori che si occupavano di grafica e pretendevano l’utilizzo del solo tecnigrafo, matita e rapidograph. Benché mi fosse stato sconsigliato l’uso del computer per una tesi di restauro, alla fine mi laureai a pieni voti disegnando interamente la tesi con il cad e colorando a matita le tavole tematiche. Ho iniziato ad utilizzare Blender dalla versione 2.37 nel 2005 perché deluso dalle prestazioni di Vectorworks (ottimo per il 2d ma veramente molto limitato tuttora per il 3d). L’interfaccia molto complessa di Blender mi fece desistere per un po’ per poi innamorarmene definitivamente dalla vers. 2.48 in poi quando riuscì ad inserirlo stabilmente nella mia pipeline fatta da VectorWorks, Blender, Gimp e Inkscape. Dal 2009, in occasione dell’uscita della versione di Blender 2.50 completamente rielaborata e soprattutto dotata di interfaccia molto più semplice e ben progettata, ho iniziato ad insegnare alla LABA di Firenze al corso di Modellazione ed animazione 3d 1 e 2 proprio utilizzando questo programma. Con Cinema4D invece le occasioni sono state più limitate e sono riferite ad occasionali collaborazioni tra le quali ricordo uno studio i cui elaborati erano stati interamente sviluppati in quel programma e volevano che fossero terminati con quel programma. Fu veramente molto semplice imparare Cinema4D. Ti consideri un Open Source Activist? È una mia priorità. Insieme alla associazione Libera Informatica cerco di diffondere l’uso dei software open source, io mi occupo di quelli di grafica 2d, 3d, video e stampa 3d. Non riesco ad utilizzare esclusivamente software open source poichè per motivi di lavoro devo usare programmi che girano solo su MacOSX e Windows. Per questo motivo, almeno per ora, non utilizzo abitualmente nessuna distribuzione Linux. Come è nata l’associazione “Libera Informatica” e di cosa si occupa? L’associazione Libera Informatica è nata nel 2009 a Firenze, fondata da un piccolo gruppo di appassionati del Software Libero. La prima attività dell’associazione è stata di Trashware, cioè il recupero di computer considerati obsoleti e destinati allo smaltimento, che venivano revisionati e riportati a nuova vita con l’installazione di GNU/Linux. A questa attività si sono poi affiancati i corsi di informatica, i laboratori nelle scuole e le manifestazioni. Appoggiarsi ai FOSS (Free Open Source Software) può essere un modo, per un giovane freelance, di tagliare le spese delle licenze? Sicuramente e non di poco. Scegliendo Blender, che è completamente gratuito, al posto di un altro programma commerciale di 3d si risparmiano diverse migliaia di euro per l’acquisto della licenza completa e di qualche centinaio di euro\anno tra assistenza ed upgrade. Scegliere però di usare i FOSS solo per la questione economica vuol dire non aver capito appieno le potenzialità del sistema open source che si fonda sulla condivisione, sullo sfruttare le reali potenzialità del software, dell’hardware e forse non si hanno neanche le idee chiare sul mestiere stesso che si vorrebbe fare visto che la scelta dello strumento adatto è fondamentale. Molti diffidano dall’open source, considerandolo di qualità inferiore, è solo un pregiudizio? Si, esattamente. Ci sono professionisti come graphic designer, fotografi e ingegneri anche italiani che utilizzano per il loro lavoro strumenti open source. La loro scelta non è sicuramente guidata da motivi economici ma dal riconoscimento delle qualità che questi software hanno. Ti sei scontrato anche tu, nel mondo dell’architettura, con coloro che hanno la puzza al naso verso i software open source? Si, continuamente. Non ho colleghi a Firenze che usano Blender, eppure questo software ha fatto passi da giganti in questi ultimi anni. Oggi è possibile creare delle immagini con resa fotorealistica in maniera molto veloce e semplice grazie a librerie di materiali on line, grazie a strumenti per gestire l’illuminazione attraverso preset, grazie a modelli già pronti e a renderfarm on line. Queste risorse sono per lo più gratuite e quelle a pagamento hanno prezzi molto accessibili. Per quanto riguarda la post–produzione, quale o quali software liberi consiglieresti? Per la postproduzione si possono usare veramente tanti software, dipende proprio da scelte soggettive e dal risultato che si vuol raggiungere. In Blender esiste un modulo dedicato al compositing che è veramente molto completo e potente, spesso uso solo questo. Si può utilizzare anche: – Natron che è l’equivalente di Adobe After Effect, – Openshot che è l’equivalente di Adobe Premiere, – Gimp che è l’equivalente di Adobe Photoshop – Rawtherapee che è l’equivalente di Adobe Photoshop Lightroom. E per il disegno vettoriale? e per l’impaginazione? Io utilizzo Inkscape (equivalente di Adobe Illustrator) e Scribus (equivalente di Adobe Indesign) Perché quasi tutti i corsi, anche quelli relativi all’ottenimento di crediti formativi per gli albi, snobbano i software open source? Perché in giro è più facile trovare tecnici che sono ormai abituati ad utilizzare software commerciali chiusi e non sono disposti a cambiare le loro abitudini. Credo che le cose piano piano stiano cambiando. E’ una questione di diffusione, di formati, di performance, o di semplice pregiudizio/disinformazione? Escludendo la performance che nei software FOSS citati è alta, confermo che si tratta di disinformazione. Non ci sono reali limitazioni quando si decide di usare il software FOSS Quali sono gli strumenti (informatici), hardware e software, che non possono mancare ad un giovane freelance? Dipende dalla professione che vorrà seguire. Per il 3d (ma anche per i videomaker) sinceramente non credo più nel mondo Apple, le sue macchine non sono più competitive per il costo, per l’hardware e quindi per le prestazioni per esempio ormai da tempo non sfruttano l’elaborazione tramite GPU con tecnologia CUDA utilizzata da programmi come Blender o Premiere. In studio ho ancora un Imac ma non credo che lo aggiornerò più. L’idea di mettersi “in proprio” o con altri giovani, usando le risorse open source, per proporsi come 3d visualizer, in un paese come l’Italia, ha senso? Certo è una maniera molto intelligente di iniziare a lavorare, il mondo FOSS è completo ed offre tutti gli strumenti per lavorare a livello professionale. Mettersi a fare formazione “open source” in un mondo dove “ciò che non costa non vale” non è rischioso? che feedback hai? Intanto è bene aver chiara la differenza tra “insegnare un software” e “insegnare una materia”. Per imparare un software, banalizzo un po’, basta Youtube, ci sono ormai tantissimi tutorial di tutti i tipi e soprattutto gratuiti, quindi questo basta per procedere come autodidatta anche se il risultato non è sempre certo dipende dal percorso intrapreso. Per imparare invece una materia o un mestiere ci vuole qualcosa di più un tutorial, ci vuole un corso magari tenuto da un insegnante che abbia un’esperienza diretta con quegli ambiti. Fare formazione all’interno di un istituto mi permette di incontrare persone motivate ed orientate verso un risultato certo in questo caso graphic designer. Sono quindi anche io molto selettivo, preferisco fare formazione a categorie ben precise come, oltre ai graphic designer, architetti e fotografi. La LABA di Firenze ha creduto da diversi anni anche nel software open source utilizzando Blender per il corso di Animazione e modellazione 3d e fortunatamente non è l’unico istituto cito ad esempio il DAMS di Torino e il Corso di laurea in Informatica di Catania che utilizzano Blender in alcuni corsi. I corsi di grafica 2d e 3d che ho pronti sono pubblicizzati da Libera Informatica e dal mio sito Cgtutor, ho collaborato anche con il Fablab di Firenze. Dalla mia esperienza risulta che senza campagne di marketing mirate questi cataloghi di corsi on line non danno un buon riscontro. Le relazioni personali sono sempre molto importanti per creare nuove possibilità di lavoro. Attualmente ho appena terminato un corso su GIMP, programma di fotoritocco, per la Regione Toscana e con Paleos e 3dstore stiamo preparando un corso di Stampa 3d per un istituto formativo di Milano Ti occupi anche di promozione di brand e di editoria: che ne pensi degli architetti che si reinventano ampliando il loro campo d’azione a discipline contingenti e complementari alla professione classica dell’architetto? È una operazione fondamentale per perseguire l’ottenimento di una maggiore soddisfazione del cliente. Con la Segnodisegno, azienda nella quale lavoro dal 2000 e di cui sono socio dal 2016, siamo in grado di fornire competenze pluridisciplinari infatti ci occupiamo della promozione di immagine coordinata che in può interessare ambiti differenti da quello architettonico, a soluzioni di design di interni, allo stand, alla parte grafica. Cinema4D e Blender, insegni entrambi: ci illustri le differenze e i perché un freelance dovrebbe scegliere l’uno o l’altro? Semplifico la risposta, e saltando l’aspetto economico affermo che non ci sono differenze. Sono entrambi strumenti che possono essere utilizzati per le stesse finalità. Riporto sempre l’esperienza della LABA. Il corso di modellazione ed animazione 3d 1 viene fatto utilizzando Blender e il corso di 3d 2 utilizzando Cinema4d. Ritengo questa scelta molto intelligente e corretta nei confronti dei allievi del corso perché gli permette di avere più frecce per il loro arco. Oggi sono diversi i software utilizzati nel campo della CG. La finalità di un corso accademico poi non deve mai essere meramente quella di insegnare ad usare uno strumento ma quello di insegnare una materia indipendentemente dallo strumento scelto. Se poi proprio la scelta si dovesse fare verso un singolo software allora, almeno nel campo del 3d, credo di più in Blender perché è l’unico software veramente completo che poi non ti blocca con le logiche aziendali proprie dei software commerciali. Utilizzandoli in sinergia i vantaggi aumentano. Per esempio Blender ha un ottimo simulatore di fluidi che può essere usato per le scene di Cinema4D. Sono entrambi molto potenti. Se scegli Blender hai a disposizione di uno strumento molto potente continuamente sviluppato con il quale puoi sperimentare tutti gli ambiti della grafica senza alcuna limitazione e sei libero di interagire con qualunque altro software. Se scegli Cinema4d impari soprattutto uno standard riconosciuto universalmente ed entri in una logica completamente differente che ti spinge poi a conoscere ed usare altri software per completare il tuo lavoro. Perché il settore dell’architettura sta resistendo maggiormente, rispetto a molti altri settori, al mondo del software libero, della condivisione e del social networking? Io non percepisco questa differenza tra il settore dell’architettura e gli altri settori professionali. Non mi sembra di aver visto colleghi avvocati, medici o commercialisti diventare paladini del FOSS e della condivisione. La nostra è una società che nel pieno di grossi cambiamenti, la libera professione è forse tra quelle attività che sta subendo maggiormente questi cambiamenti in maniera drastica. Sarebbero dovuti essere gli enti pubblici (uffici comunali, provinciali, scuole ecc. ecc.) i luoghi per eccellenza promotori dell’uso del software libero ed invece utilizzano tutt’altro. Un ultimo pensiero o consiglio per i giovani lettori? Svegliatevi, siate critici, non seguite le mode e i marchi. Dietro ogni attività ci sta sempre una persona. Chiedetevi veramente cosa volete fare e poi cercate di perseguire questo obbiettivo. FONTE Effettuare il login per mettere i like